Come riconoscere un regime changer. Manuale semiserio anti troll, gente in malafede e utili idioti.

Come riconoscere un regime changer. Manuale semiserio anti troll, gente in malafede e utili idioti.



Quante volte vi è capitato di leggere un articolo, ascoltare una notizia alla radio, vedere il telegiornale e trovarvi davanti un "esperto di" che pontifica e voi vi domandate: ci possiamo fidare?

Gente di dubbia autorevolezza si affolla sui media (meglio dire i social) e vi fa la lezioncina su cosa e come dovete pensare dell'Iran? Notizie si affastellano una sopra l'altra e vi sembra, e per certi versi è così, di sentire sempre la stessa cosa? Ebbene non siete soli.

Sono più di 40 anni che la narrazione generale è ferma al 1979. Con i social, Twitter in particolare, i regime changer hanno trovato il loro megafono. Chi sono i regime changer? Persone che cercano di manipolare l'opinione pubblica dipingendo l'Iran come Paese canaglia per poi dare il via libera a un colpo di stato, un'invasione, una guerra. 

Come fare a difendersi? Qui di seguito un manualetto per seguire le notizie sull'Iran e scovare i cazzari al primo colpo.

1. native informant.

Definizione: una persona proveniente da un dato paese, o appartenente a un dato gruppo etnico e/o religioso, autoproclamatosi esperto o considerato dagli altri come esperto solo perché "è nato lì".

Esempio: siete italiani, immaginate di vivere all'estero. Immaginate vi invitassero in tv a parlare del governo, degli anni di piombo, delle guerre puniche. Ecco... vi sentireste pronti, all'altezza? Vi sentireste "esperti d'Italia"? Direi di no. Con gli iraniani succede la stessa cosa. Fermiamo il Signor Asghar per la strada e gli chiediamo cosa ne pensa del tempo e lui - in quanto cittadino iraniano - vi dà la sua opinione. Grazie Signor Asghar ma che studi ha fatto, quale ricerca ha condotto?

Insomma è aneddotica: io ho visto, io ho fatto, io penso, io credo, a me è successo. Mio cugino mio cugino. L'esperienza di uno diventa l'esperienza di tutti, universale.

In sintesi: Se vedete un esperto che vi dice qualcosa "in quanto iraniano" è l'ora di cambiare canale.

1.  reprise: Quando l'esperto è italiano ma non parla persiano e non sa consultare le fonti in lingua originale, o intervista con il traduttore, o peggio intervista in inglese, è un cazzaro. Punto.

2. se parlano di Persia Persia Persia.

È dal 1935 che l'Iran si chiama Iran. Non si chiama più Persia da tanto tanto tempo. Voi che state leggendo non eravate nati e l'Iran già si chiamava Iran. Quando sento "la Persia! terra di Persia!" mi viene un conato. L'Italia si chiama così da molto tempo. Ci stuferemmo se ogni turista, ogni blog di viaggi, ogni guida turistica, ogni articolo si riferisse a noi come "(mezza) terra delle due Sicilie", "il Regno d'Italia", "Impero Romano d'Occidente". L'Italia è sempre stata divisa e tante sono state le divisioni quanti i nomi. Anche se Impero Romano suona molto bello, suona anche molto scemo: il mio paese si chiama Italia. Viaggio in Italia non viaggio nel "Gran Ducato di Pinco Pallo".

Chiamare Persia l'Iran è un'operazione di esotizzazione, suona molto caravanserraglio e tappeto volante, ma anche un'operazione nostalgica di quando c'era LVI e per LVI intendo lo Shah. Che poi è stato proprio lo Shah a cambiare il nome da Persia a Iran, ma i revanscisti non lo sanno e credono di fare gli interessi della causa del punto successivo.

In sintesi: Se vedete un esperto che vi dice qualcosa sulla "Persia" è l'ora di pensionarlo perché avrà quasi 100 anni ed è rimasto un po' indietro con la storia.

3. parte uno:  se ti sbomballano con veli, Masih Alinejad, foto pre rivoluzione di minigonne e cosce, tutto il filone revanscista.

Ne avevo già parlato in questo post: Trolling, doxing e revanscismo tutta la faccenda dell'uso dei social per scopi politici. La narrazione dell'Iran è monotematica: velo sì e velo no. Un problema di libertà religiosa sicuramente ma tra 40 anni di sanzioni, isolamento economico, trattamento da stato paria, difficile accesso a medicinali salvavita a causa delle sanzioni, non ultimo Covid-19, l'unica cosa di cui parlare è: che pettinatura hanno le donne sotto il velo?

Ripeto di nuovo, sì, la legge che impone il velo è assurda ma possiamo parlare delle sanzioni, per esempio? Qui poi si alza il vespaio sul femminismo vero - non so bene dove lo certificano, ma fa lo stesso - e su come Masih Alinejad sia la campionessa dei diritti delle donne. Anche di questo ne ho parlato Una riflessione sul femminismo italiano e My stealthy freedom non mi convince. E non ci sono andata con la mano pesante dato che la campionessa dei diritti delle donne iraniane Alinejad è pagata con i soldi dello stato americano e incontra sorridente Pompeo, uno che spera di fare la guerra in Iran.

Non può mancare alla polemica chi posta e riposta come corollario le solite quattro foto di donne in minigonna e bellezze al bagno. Non dimentichiamo che un pinkwashing coccola guerra è stato già messo in pratica in Afghanistan: con la scusa di togliere i burqa alle donne hanno iniziato l'invasione.

Cos'è il pinkwashing? Usare la rivendicazione di veri e presunti diritti femminili come cavallo di Troia per un colpo di stato.

In sintesi: Se vedete un esperto che vi dice "il velo, Masih Alinejad, mamma li turchi era meglio lo Shah", scappate. Scappate!


3. parte due: se parlano dello Shah e si fissano su "gli islamici"

Questo punto si collega al precedente. Se la narrazione si fissa su quando c'era LVI contro la teocrazia, gli ayatollah, gli islamici, siamo in presenza di un problema. Raccontare questo paese piombato nel medioevo perché "ci stanno gli islamici" è proprio islamofobico.

Non metto in discussione la libertà di religione. I principi su cui si basa il nostro concetto di Stato è la divisione tra il potere religioso e quello politico. Però, appunto, è il nostro. Non necessariamente quello che è diverso da noi è sbagliato. Ora, la questione della sovrapposizione (su alcuni aspetti) di legge dello Stato e legge religiosa c'è in Iran, se ne parla ampiamente nella società civile. Quello che non funziona è l'idea che togli l'aggettivo Islamica da Repubblica et voilà tutto risolto: uno Stato Europeo.

In sintesi: Se vedete un esperto che vi parla degli "islamici!!!" lasciando intendere che l'unica via è l'ateismo, oppure il cristianesimo, è ora di tapparsi le orecchie.


4. islamofobia canaglia

Come sopra. Chi accusa l'islam di ogni nefandezza del creato, cerca poi di difendersi dicendo che farebbero le stesse accuse al cristianesimo, per ateismo o per libertà di espressione. La libertà di parola è un diritto sacrosanto, l'insulto di circa 1,8 miliardi di persone non è libertà è, appunto, insulto.

In sintesi: Se vedete un esperto che parte per le crociate, lasciatelo andare da solo.


5. se postano roba del mek

Il mek, o mko, è un gruppo terrorista iraniano con a capo Maryam Rajavi. Hanno sostenuto l'Iraq durante la guerra con l'Iran. Sono una setta con il culto del "sovrano" morto da sempre Massoud Rajavi. Sono 30 anni che è morto e lo spacciano per vivo e vegeto... Lasciamo stare.

Vivono in una tendopoli in Albania dove stanno tutto il giorno al pc trollando forte su Twitter. Li riconoscete perché hanno nomi assurdi e la bandiera con il leone sull'account.

Esponenti politici italiani e giornalisti rilanciano i loro articoli, le loro interviste, vanno alle loro convention etc.

Non esiste iraniano al mondo che non li odi. Ma i nostri esperti non lo sanno, o se lo sanno, sperano che possano convincere l'opinione pubblica ad appoggiare la guerra in Iran.


In sintesi: Se vedete un esperto che rilancia questa gente qua sapete che è un cazzaro pericoloso.



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